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venerdì 19 marzo 2021

Giudice di Pace di Reggio Calabria: la Società che ha emesso la carta di credito è responsabile della frode informatica subita dal cliente ad opera di terzi


Segnaliamo una recentissima sentenza del Giudice di Pace di Reggio Calabria (la n. 336 del 15 marzo 2021), con cui è stata accolta la domanda giudiziaria proposta da un’associata della Casa del Consumatore di Reggio Calabria contro un la Società gestrice di una carta di credito.

L’associata, in particolare, aveva subìto la sottrazione fraudolenta, ad opera di ignoti, di una ingente somma di denaro, utilizzata per l’acquisto di monete informatiche in Estonia. Sporta denuncia alle Forze di P.S., la titolare della carta aveva provveduto a chiedere alla Società finanziaria il rimborso del maltolto, richiesta rifiutata anche a seguito di formale diffida inviata per il tramite dei legali della Casa del Consumatore di Reggio Calabria.

La vicenda, dunque, è sfociata in sede giudiziaria e si è conclusa con la sentenza con cui il Giudice di Pace di Reggio Calabria ha accolto la domanda proposta nell’interesse dell’associata, condannando la Società convenuta al rimborso delle somme indebitamente sottratte, oltre interessi.

In particolare, il Giudice reggino ha precisato che l’emittente della carta di credito, come ogni operatore che agisce nel mercato bancario e finanziario, ha l’obbligo di adottare la massima diligenza nella gestione degli strumenti di pagamento e informatici messi a disposizione della clientela, adottando tutte le misure idonee a prevenire intrusioni da parte di terzi che possano appropriarsi delle credenziali e, quindi, del denaro del cliente. Quando, pertanto, viene eseguita una transazione a mezzo carta di credito che il titolare disconosce, «è onere della Banca o del prestatore del sevizio provare o che il pagamento sia stato effettivamente autorizzato dall’utilizzatore, ovvero che debba riconoscersi concretamente in capo allo stesso una colpa grave nella custodia della carta o del codice pin», sicché «nel caso di operazioni effettuate con strumenti elettronici (ad es. home banking), spetta all’istituto di credito/prestatore del servizio verificare la riconducibilità delle stesse alla volontà del cliente, impiegando la diligenza dell’ “accorto banchiere”. L’eventuale uso dei codici di accesso al sistema da parte dei terzi rientra nel rischio professionale del prestatore dei servizi di pagamento, prevedibile ed evitabile con appropriate misure tecniche, volte a verificare la riferibilità delle operazioni suddette alla volontà del correntista».