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venerdì 4 giugno 2021

Tribunale di Reggio Calabria: illegittimo il recupero dei pagamenti indebiti da parte dell'INPS in assenza di dolo del pensionato


Non è raro che l’INPS comunichi ai beneficiari di pensioni o assegni sociali di aver erroneamente corrisposto in loro favore dei ratei mensili o importi superiori rispetto a quelli dovuti. Quando ciò accade, l’Ente previdenziale chiede al pensionato/beneficiario della prestazione la restituzione del pagamento indebito, assegnando un termine per il pagamento, decorso il quale, molto spesso, procede direttamente al recupero delle somme detraendole – anche un po’ al mese – dalle rate della pensione o dell’assegno sociale che continua a corrispondere.

È bene, però, sapere che l’INPS non può procedere incondizionatamente al recupero del così detto “indebito pensionistico” o “indebito assistenziale”; può farlo solo in presenza di determinate condizioni, tra cui, principalmente, la presenza del “dolo” del beneficiario della prestazione. Il dolo consiste in un comportamento tenuto dal percettore della prestazione pensionistica o assistenziale idoneo a far cadere in errore l’Istituto previdenziale: si pensi, ad esempio, al beneficiario della pensione di invalidità, che spetta solo a chi percepisca un reddito personale inferiore ad un determinato importo, che ometta di comunicare all’INPS un incremento dei propri redditi tale da far venire meno il diritto alla pensione stessa.

In assenza di dolo, quindi, l’INPS non ha diritto di recuperare le somme pagate in eccesso, anche se esse risultino effettivamente non dovute; in altri termini, se l’INPS paga una prestazione non dovuta per un errore proprio, a cui il beneficiario della prestazione non ha contribuito in alcun modo, le somme indebite pagate restano definitivamente acquisite da chi le ha ricevute.

A tal proposito, segnaliamo una recentissima sentenza della Sezione Lavoro del Tribunale di Reggio Calabria (la n. 1193 del 03/06/2021), con cui è stato accolto il ricorso presentato dai legali della Casa del Consumatore di Reggio Calabria nell’interesse di una propria associata, a cui l’INPS, per errori di calcolo, aveva corrisposto, tra il 2015 e il 2019, la pensione di invalidità in misura superiore a quella dovuta. Investito della questione, il Tribunale di Reggio Calabria ha condannato l’INPS alla restituzione di tutte le somme già prelevate per il recupero dell’indebito, in virtù del fatto che «atteso che l’ente previdenziale non ha allegato che la percipiente versi in dolo, l’indebito assistenziale, per carenza dei requisiti reddituali, non consente all’Istituto la ripetizione di quanto erogato prima del provvedimento di accertamento del venir meno dei presupposti, sicché l’indebito non era ripetibile e l’INPS va condannato a restituire l’importo che ha già recuperato».